Nel numero precedente del foglio straordinario, abbiamo affrontato il tema della simbologia liturgica delle campane e il loro utilizzo nella quotidianità. Questa volta vogliamo invece concentrarci sulle nostre campane e sul nostro campanile, quale patrimonio storico e unico elemento strutturale salvato dalla demolizione degli edifici parrocchiali nel 1966.
Riscopriamo la famiglia come piccola “Chiesa domestica”.
Sì, ci manca come persone, famiglie e comunità parrocchiale. La nostra fede e la nostra comunione fraterna hanno bisogno della mensa eucaristica. Manca alle nostre famiglie consapevoli dei “legami profondi che esistono tra la vita coniugale e l’Eucarestia” nella quale raggiunge il suo culmine la preghiera fatta propria in casa (cf Francesco, AL 318). Condividendo la comune preoccupazione per quanto sta accadendo e non potendo partecipare, in queste domeniche all’eucaristia, riscopriamo la nostra famiglia come autentica “Chiesa domestica”(cf Vaticano II, LG 11). Nella sopracitata esortazione sulla Gioia dell’amore (AL), Papa Francesco così scrive:” La presenza del Signore abita nella famiglia reale e concreta, con tutte le sue sofferenze, lotte, gioie e i suoi propositi quotidiani. Quando si vive in famiglia, lì è difficile fingere e mentire, non possiamo mostrare una maschera. Se l’amore anima questa autenticità, il Signore vi regna con la sua gioia e la sua pace. La spiritualità dell’amore familiare è fatta di migliaia di gesti reali e concreti. In questa varietà di doni e di incontri che fanno maturare la comunione, Dio ha la propria dimora. Questa dedizione unisce «valori umani e divini»,perché è piena dell’amore di Dio. In definitiva, la spiritualità matrimoniale è una spiritualità del vincolo abitato dall’amore divino(315).