Nella Festa del Papà - Una riflessione
Aspettando i bambini della scuola dell’Infanzia S. Domenico Savio per far colazione con loro, ci siamo intrattenuti per un breve scambio di saluti ispirati al racconto evangelico secondo Matteo riguardante la nascita di Gesù. Abbiamo riletto il breve brano nel quale si racconta che l’angelo, apparendo in sogno a Giuseppe, lo rassicura a proposito della nascita di colui che Maria già porta in grembo per un intervento straordinario dello Spirito Santo e gli dice: ”Tu lo chiamerai Gesù” (Mt 1,21). Gli è affidata così la missione di essere padre.
Come leggere questo “chiamare o dare un nome” a un figlio se non come il riconoscersi chiamato a una relazione paterna grazie alla quale il figlio, nel sentirsi chiamare per nome, prenderà sempre più coscienza di sè, crescerà nella fiducia che deriva dal sentirsi amato?
Mi chiamo Sara, ho 22 anni e mi sono laureata in infermieristica lo scorso novembre. Avrei potuto iniziare a lavorare subito, invece ho deciso di partire e andare in Africa, con l’idea di fare un’esperienza diversa e di poter mettere in pratica quello che ho studiato.
Mi sono ritrovata quindi nella capitale, Freetown, ospite di Don Maurizio, prete facente parte della congregazione dei Giuseppini del Murialdo. In Sierra Leone la congregazione ha fondato scuole primarie, secondarie e professionali; ospedali; orfanotrofi, nati all’epoca della guerra civile per aiutare i bambini amputati, rimasti orfani o bambini soldato (1991-2002), ora accoglie per lo più ragazzi rimasti soli a causa dell’ebola (2014-2016) e un progetto di adozioni a distanza.