Non tutti possono servire i poveri nei vari gruppi di volontariato, ma tutti noi cristiani possiamo mettere in pratica, nel nostro quotidiano, le opere di misericordia corporali e spirituali, ora chiamate nei nuovi catechismi "Opere di amore".
Queste sono le stesse scritte nel Vangelo, quelle su cui sarà giudicata alla fine della nostra vita.
- Dare da bere agli assetati
- Visitare gli infermi
- Visitare i carcerati
- Seppellire i morti
- Insegnare agli ignoranti
- Ammonire i peccatori
- Consigliare i dubbiosi
- Confortare gli afflitti
- Perdonare le offesericevute
- Sopportare le persone moleste
- Pregare Dio per i vivi e per i morti
Tutto questo esige una conoscenza e studio dei bisogni che ci stanno attorno e quindi poter intervenire in modo concreto nelle reali esigenze della parrocchia e del territorio, affinchè le opere di carità contribuiscano a diffondere sempre più una cultura della solidarietà; è da incoraggiare la proposta tra i giovani perchè possano dedicare un pò del loro tempo, in modo gratuito, al servizio dei più bisognosi.
Tuttavia l'esercizio quotidiano delle opere d'amore è possibile a tutti e non possiamo delegarle ad altri (sono scritte nel capitolo 15 di Matteo).
C'è la parabola del BUON SAMARITANO che ci aiuta a capire come attuarle, anche se c'è il pericolo che ci comportiamo come il sacerdote: "sono stanco, non ho tempo, ho fretta, ho altre cose da fare".
Come vedete, questa parabola, è molto attuale, ma con un pò più di amore, attenzione e spirito di accoglienza prepariamoci al Natale che viene, con un occhio di riguardo alle situazioni di povertà che ci stanno più vicine: penso agli anziani soli, ai disoccupati, famiglie in difficoltà, senza casa. E preghiamo per chi nelle istituzioni pubbliche affronta ogni giorno emergenze o situazioni di quotidiana povertà, affinchè possa agire con giustizia.
Agostina