E se a servire in Parrocchia fosse l’intera Comunità in tutti i suoi membri?

Mi piace pensare alla vita della Parrocchia come a quella di una grande Famiglia, che ha tante particolarità, quanti sono i suoi parrocchiani.

E come in ogni casa, ci sono mille servizi da seguire, perché la famiglia possa reggersi e crescere nell’Amore. Dio, nostro, Padre, vivo in mezzo a noi, è sempre all’opera nella nostra Famiglia parrocchiale, con i doni del suo Spirito, ma ha bisogno della collaborazione di tutti i suoi figli.

Nella nostra Chiesa parrocchiale, come nelle altre, del resto, si sono identificati dei Gruppi di Persone dedite al Servizio della Comunità stessa.

Chiunque le incontri, anche se non frequenta assiduamente la Chiesa, le identifica come persone che servono nella Famiglia Parrocchiale. Eppure, come membri di una casa, anzi, meglio ancora, di una famiglia, nessuno si dovrebbe permettere il lusso di sentirsi un semplice “Ospite della Domenica”. Per ognuno c’è il momento di sentirsi piccoli ed essere così serviti, ma poi bisogna divenire adulti e rispondere alla chiamata a servire in quella casa, per far crescere l’immenso tesoro che si è trovato in quella casa quando si era piccoli.

Ognuno di noi è portatore di talenti, donatigli dallo Spirito, che può mettere a frutto della Comunità Parrocchiale. Quanti servizi in più si potrebbero offrire, proprio perché si potrebbe contare su un maggior numero di persone. Il servizio fa bene riempiendo i cuori di chi lo riceve, ma fa bene anche a chi lo dona, soprattutto se ha il profumo della novità dello Spirito Santo. Solo così chi è a servizio, passa dallo stato di “Ospite” a quello di “Figlio” della sua Comunità parrocchiale.

Vi immaginate se tutti rispondessero a questa chiamata, ad essere, cioè, Figli della Famiglia parrocchiale? Quante grazie su grazie potremmo contare?

Nelly, presidente NOI

 


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